
Il logo Barilla è uno dei più famosi e riconoscibili in Italia ed è una delle eccellenze riconosciute nel mondo.
La Barilla vendendo pasta, farine e conserve ha costruito una solida realtà imprenditoriale e ha utilizzato la propria identità visiva per farsi conoscere (e riconoscere) in Italia e nel mondo. Scopriamo insieme le curiosità e la storia di questo logo iconico.
Studiare le evoluzioni di un brand come Barilla apre la porta a tantissimi tipi di speculazione e rende evidente come un’immagine visiva capace di farsi ricordare sia indispensabile nel mercato.
Vuoi conoscere la storia di loghi famosi, vai alla sezione dedicata.
Indice

La storia di Barilla
Il marchio italiano Barilla esiste dal 1877 ed è stato fondato da Pietro Barilla.
Negli anni è cresciuto così tanto da diventare il primo brand produttore di pasta e sughi pronti al mondo.
Pietro Barilla apre la sua azienda a Parma ed è nel 1910 che comincia a creare, anche pasta all’uovo.
Alla morte di Pietro Barilla, la direzione aziendale passa nelle mani dei figli. Sono loro ad imprimere una svolta aziendale e a trasformare Barilla in una realtà imprenditoriale volta all’innovazione tecnologica.
Riccardo e Gualtiero, i figli di Barilla, vogliono portare l’azienda a divenire una delle realtà più importanti dell’Emilia Romagna e ci riescono egregiamente.
Negli anni, poi, la realtà imprenditoriale da loro creata continua a crescere e si diramano le parti aziendali fino a creare un conglomerato capace di competere con le più grandi aziende internazionali e infine togliere loro il primato.

Storia del logo Barilla
La prima versione del logo Barilla è stato disegnato da Ettore Vernizzi e dallo scultore Emilio Tombara e rappresenta un giovane fornaio intento a versare un enorme, e spropositato, tuorlo d’uovo in una madia con farina.
Con questo tipo di logo, Barilla focalizza l’attenzione del pubblico sul processo artigianale della produzione di pasta, invece che su quello industriale, e la dimensione dell’uovo rappresenta:
- L’artigianalità
- La grande quantità di materia prima utilizzata da Barilla
Questa immagine, con poche modifiche rimane l’identità visiva della Barilla fino agli anni Trenta, quello che cambia è il logotipo sempre incluso.
Tra il 1918 e il 1921 il marchio è serio e rigoroso: con grandi lettere nere e in maiuscolo. Il logotipo Barilla si presenta massiccio e in un carattere Sans-Serif.
Tra il 1921 e il 1924 la dimensione e l’identità visiva del wordmark cambia di nuovo. Ecco che Barilla riscrive sé stessa. Anche in questo caso è scritto in stampatello e grassetto, ma si addolciscono le linee e si cerca qualcosa che riesca ad essere affabile.
Tra il 1924 e il 1936 comincia a comparire l’identità storica del marchio alla quale siamo abituati. La scritta appare più sbarazzina, quasi scritta a mano e il colore vira sul rosso.
Tra il 1936 e il 1949 il logo subisce diverse variazioni: scompare il logotipo con il giovane apprendista fornaio e si inscrive la scritta Barilla all’interno di una forma ellissoide allungata.
Adesso la scritta è in bianco, su sfondo rosso.
Il rosso viene scelto perché risalta perfettamente sul packaging blu scuro e crea una perfetta bicromia capace di rendere Barilla ben riconoscibile sugli scaffali di tutti gli alimentari italiani e del mondo.
Questo logo rimane invariato fino al 1952. La rivoluzione inizia allora tra il 1952 e il 1954, infatti l’azienda assume Erberto Carboni, noto designer e architetto che ridisegna completamente il logo.
L’ovale che si presenta adesso è più pulito e amichevole, meno squadrato e la scritta si ispira alla scrittura a mano, in questo modo Barilla si posiziona in maniera più raffinata.
Nel 1954, sempre il designer Carboni ripensa il logo: questa volta si cerca di rimandare, di nuovo, all’artigianalità della pasta Barilla ed è così che il logo deve essere interpretato come l’albume e l’uovo, ecco perché viene aggiunto un secondo ovale, più grande e posto asimmetricamente rispetto alla scritta.
Nel 1969 il logo cambia di nuovo, diventa più minimalista ed è progettato dall’azienda londinese Lippincot & Margulies. La scritta diventa un Sans-Serif e l’ellisse si appiattisce. Il logo diventa simile a quello al quale siamo abituati.
Il carattere tipografico del marchio sembra una commistione di due caratteri come il Neuropa Medium e il FF Signa Round Bold Italic, ma ha delle linee completamente modificate per adattarsi alle esigenze specifiche del brand.
Il nuovo logo realizzato dura tantissimi anni, rimane infatti invariato fino al 2003. Proprio in quell’anno si cerca di ridisegnare, di nuovo, l’identità visiva del brand proponendo una nuova versione del suo storico logo.
L’immagine rimane invariata ma si cerca di darle profondità e spessore con un gioco di luci bianche e sfumature più scure. Questo nuovo logo dura oltre 12 anni e rimane fino al 2015.
Nel 2022 viene presentato al mondo un nuovo logo, il quale riprende l’ovale del 1952, ma mantiene un font Sans-Serif, simile al precedente, ma meno arrotondato negli spigoli. Il colore, dal rosso vira verso un bordeaux, che in combinazione col blu del brand, crea un buon connubbio attrattivo per gli scaffali del supermercato.

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