logo Ristorazione
Esempio 8 – logo design:
di Gusto
Oggi ti andrò a mostrare tutta la fase di progettazione ed esecuzione di un logo per la ristorazione
Qualche mese fa ho progettato e creato un logo destinato alla ristorazione per conto della Proservices del caro collega Roberto Casile.
Un progetto molto interessante, in quanto destinato al mercato degli USA, più precisamente nel comune di Naples in Florida.
Per aiutarti a comprendere meglio il processo creativo, partirò dall’analisi e dall’obiettivo finale, per poi passare alla progettazione passo per passo, fino all’esecuzione.
L’azienda si chiama di Gusto.
Logo ristorazione – Analisi preliminare
Comunicare tradizione, l’intento più importante è traferire una passione,
un’esperienza gastronomica.
In particolare vogliamo comunicare l’eccellenza italiana, alti standard culinari, proprio per andarci a differenziare dai competitor.
Si cerca con il logo di posizionarci un gradino sopra gli standard di mercato della cucina italiana della zona. Cercare di attrarre le fasce più benestanti di Naples.
Brainstorming e definizione del Concept
Adesso analizziamo il naming, ossia il nome che sceglie l’azienda. Questo ci servirà per comprendere che approccio assumere per la progettazione del logo.
Il nome “di Gusto” ha una grande forza comunicativa. Riesce, da solo a comunicare un’esperienza gastronomica (associazione con la parola “gusto”).
Motivo per cui il nostro intento non sarà quello di distogliere l’attenzione dal nome.
Esempio:
Quando un’azienda sceglie un nome astratto o comunque con nessun significato diretto si cerca di comunicare il concept tramite un pittogramma.
Nel nostro caso, dobbiamo invece tenere l’osservatore attento e concentrato sulla parola “gusto”.
Quindi avrà una notevole considerazione, in fase progettuale, la scelta del font (tipo di carattere).
Faremo quindi, uno studio per comunicare il seguente concept:
- TRADIZIONE
- ECCELLENZA ITALIANA
logo ristorazione – progettazione
Fase 1 – tradizione

Il primo step sarà quello di concentrarci sulla parola “gusto”, che ha il focus principale.
Quindi, come detto precedentemente, focalizziamoci su un tipo di carattere che comunichi tradizione.
In comunicazione visiva, la tradizione si rappresenta con i font della famiglia “Serif”, ossia quei tipi di carattere con le grazie (A).
Dopo un’attenta analisi e ricerca, individuiamo il font “Century”. Il suo design enfatizza eleganza e tradizione. Rispetto a molti caratteri tipografici del genere, il contrasto del tratto è piuttosto basso e creano una struttura altamente leggibile anche su supporti piccoli (come smartphone).
Fase 2 – concetto nascosto

Con l’obiettivo di porre l’attenzione sulla parola “gusto”, posizioneremo la preposizione “di” in modo non convenzionale, proprio per non distrarci dal focus.
Posizioniamo, dunque, la preposizione semplice “di” sopra una grazia della “U” proprio per comunicare, incosciamente, il concetto di servire. (B)
Mediante l’utilizzo della griglia, manterremo equilibrio e leggibilità.
Fase 3 – Eccellenza culinaria

Adesso cerchiamo di verticalizzare il concetto di eccellenza italiana.
Creiamo quindi un pittogramma che non vada a rubare la scena, ma piuttosto che esalta l’estetica del font e quindi della parola “gusto”.
Simbologia: per scelta in fase di briefing, abbiamo preferito non inserire elementi che ricordassero cibo o strumenti per la preparazione di ricette gastronomiche. Ma piuttosto abbiamo assegnato una veste grafica alla parola “eccellenza”.
Una corona realizzata con le caratteristiche grafiche della lettera “T” (realizzata in griglia circolare come le grazie della lettera). In questo modo abbiamo incoronato la parola gusto, assegnando l’eccellenza al gusto. (C)
Abbiamo anche inserito il pay-off (D) per comunicare l’essenza di eccellenza “italiana”. Questa volta la scelta del font è diametralmente opposto. Utilizziamo infatti il Montserrat della famiglia SANS SERIF, questa volta a comunicare uno stile moderno. Quindi comunichiamo un prodotto della tradizione artigianale italiana, inserito in un contesto dinamico, con ritmi incalzanti.
Fase 4 – italianità

Quanto è importante che nel logo si vedano i colori della bandiera italiana?
In un primo briefing, abbiamo ritenuto un concetto scontato e quasi banale, comunicare con i colori della bandiera italiana.
Ma ogni logo nasce per funzionare piuttosto che per piacere. Con una seconda analisi più mirata al concetto di visibilità anche a distanza (funzionalità richiesta per tale logo), riteniamo che la parola “italian” inserita all’interno del pay-off non possa bastare.
Un logo all’interno di un biglietto da visita, si ha il tempo di decifrarlo e comunque di memorizzarlo. Stessa cosa non vale quando passi con l’automobile e vedi il logo da lontano, in un’insegna o in una torretta.
Per essere quindi versatile, anche in questo fronte, decidiamo di rendere visibile, seppur in modo minimal, la bandiera italiana. In questo modo un osservatore, anche a distanza vedrà chiaramente la parola gusto e una bandiera italiana.
Per integrarla applicheremo il concetto di minimal, quindi anzicchè aggiungere andremo a sottrarre:
Eliminando 1/3 della base della corona. Otterremo così 2 nuovi elementi. Il primo elemento sarà colorato di verde (E) ed il secondo di rosso (F) . In mezzo avranno il bianco ottenuto dallo spazio negativo. In questo modo la corona rappresenterà alla perfezione eccellenza italiana.
presentazione logo

White Version
Logo in negativo

*La conversione in bianco è facilitata dal design minimal del logo
Verifica versatilità logo
presentazione logo ristorazione
La conclusione
Il progetto illustra una soluzione altamente professionale e inedita.
Per riassumere possiamo evidenziare che:
La proposta comunica eccellenza italiana con eleganza e serietà.
Il tutto con un design minimal e d’impatto.
Un esempio tipico di “less is more”.
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