
Nel 1957, Max Miedinger si dedica alla concezione di un font senza grazie per la fonderia Haas, rispondendo alla pressante sfida posta dal prosperare mondiale del carattere Akzidenz Grotesk, ideato dalla rivale H. Berthold AG, che minacciava il declino imminente dell’azienda. Affida a Miedinger, ex impiegato commerciale diventato disegnatore freelance per Haas, il compito di sviluppare una serie di caratteri senza grazie da aggiungere alla loro linea. Inizialmente chiamato Neue Haas Grotesk, il nome viene successivamente cambiato in Helvetica (ispirato a Helvetia, il nome latino per la Svizzera) quando le società tedesche Stempel e Linotype lanciano la serie completa di caratteri nel 1961.
In mezzo a una rivoluzione nel campo del lettering, la popolarità del carattere svizzero si diffonde rapidamente nelle agenzie pubblicitarie, che propongono questo nuovo stile di design ai loro clienti.
L’Helvetica compare velocemente nei marchi aziendali, nei segnali per i trasporti, nelle opere d’arte stampate e in svariati altri settori della comunicazione aziendale.
Nel dicembre 1989, Massimo Vignelli svolge un ruolo decisivo nella consacrazione dell’Helvetica come carattere ufficiale per la segnaletica di New York.
Questa scelta si estende dalla metropolitana ai treni, dai cartelli stradali alle mappe della città, superando la competizione dell’allora amato Standard (Akzidenz Grotesk).
Indice articolo:
Marchi iconici con font Helvetica
L’Helvetica ha goduto di un notevole successo nel mondo della grafica, soprattutto negli anni settanta.
Ciò che caratterizza questo font è la sua eleganza, abbinata a un elevato grado di neutralità e tecnicismo, aspetti molto apprezzati dai grafici della scuola svizzera per la sua essenzialità, alta leggibilità e risolutezza formale.
Un’ampia gamma di aziende multinazionali e marchi internazionali ha adottato l’Helvetica come carattere nei propri loghi (in alcuni casi con leggere variazioni), conferendogli così una presenza distintiva e riconoscibile sul panorama globale. Tra queste aziende si possono citare:
Font Helvetica: Tra critiche e apprezzamenti
Nel corso degli anni, l’Helvetica ha suscitato critiche, soprattutto da parte di designer di fama internazionale come Erik Spiekermann, Stefan Sagmeister e David Carson, i quali accusano il carattere di risultare noioso, freddo, impersonale e, ormai, eccessivamente sfruttato nel panorama del design.
Nonostante ciò, l’Helvetica continua a riscuotere apprezzamenti dalla maggioranza degli addetti al settore.
Tra i suoi più ferventi sostenitori figura Wim Crouwel, che ricorda la sua prima impressione al momento dell’introduzione del carattere nei primi anni sessanta: “Helvetica fu un grande salto dal XIX secolo… Ci impressionò molto per la sua neutralità, parola che amavamo molto. Perché in alcuni casi il carattere deve essere neutrale, non deve portare un significato intrinseco nel suo aspetto. Il significato deve uscire dal testo, non dal carattere tipografico“.
Dal Neue Haas Grotesk al font Helvetica
Nel 1959, Mike Parker fu nominato direttore della Mergenthaler Linotype Company, un’azienda americana che vendeva macchine per scrivere Linotype, i primi dispositivi in grado di assemblare automaticamente righe di caratteri.
A Parker fu affidato il compito di ampliare la libreria di caratteri di proprietà dell’azienda e, tra il 1959 e il 1981, riuscì ad aggiungerne quasi 1.000, adattando in molti casi font già esistenti per soddisfare le esigenze tecniche delle macchine Linotype.
Nel 1960, Parker decise di adottare il Neue Haas Grotesk e incaricò Arthur Ritzel, un designer della D. Stempel AG – un’azienda tedesca in collaborazione con la Lynotype Company – di ridisegnare e sviluppare la famiglia di font.
Questo nuovo carattere fu successivamente ribattezzato Helvetica.
Il font divenne immediatamente un’icona del design svizzero, che all’epoca era considerato l’emblema dell’eleganza sobria e della funzionalità, comparendo in numerose affissioni pubblicitarie e manifesti in tutta Europa e negli Stati Uniti durante gli anni ’60 e ’70.
Una storia di innovazione tipografica
Nel 1983 venne lanciata Neue Helvetica, una versione aggiornata del font creata dallo studio di design grafico della Linotype, caratterizzata da uno spaziamento maggiore tra i numeri e segni di punteggiatura più accentuati per migliorarne la leggibilità.
L’anno successivo, Steve Jobs decise di includerla tra i caratteri disponibili sul primo Macintosh, aprendo la strada alla diffusione della versione digitale di questo tipo di carattere.
Helvetica: Dal Social Network al Restyling del 2019
Steve Hicks credeva che l’utilizzo del font su uno dei social network più diffusi al mondo, Facebook, avrebbe portato a una diffusione sempre più ampia nel settore pubblicitario, un’era in cui il carattere avrebbe regnato sovrano nel mondo della pubblicità.
Fortunatamente, la profezia di Hicks non si è avverata, e i professionisti creativi di tutto il mondo continuano a utilizzare diversi caratteri per i loro progetti.
Nonostante ciò, tutto lascia presagire che Helvetica manterrà la sua rilevanza per un periodo ancora esteso.
Nel 2019, lo studio Monotype commissionò un restyling del carattere, l’aggiornamento più radicale dall’ormai lontano 1983.
Helvetica Now è disponibile in tre versioni diverse: Micro per schermi piccoli, Text per testo normale e Display per formati più grandi.
Ogni dimensione è disponibile in 48 pesi diversi, da una linea sottile a un nero extra.
Le forme dei caratteri si presentano più nitide e leggibili, anche su dispositivi elettronici di dimensioni contenute.
Il lancio di questa nuova versione ci fa pensare che Helvetica abbia ancora un lungo futuro davanti a sé.
4 aspetti affascinanti di Helvetica nella comunicazione aziendale
Scopriamo insieme quattro curiosità che rendono Helvetica un protagonista unico nella definizione dell’identità visiva aziendale, dalla sua eleganza alla sua presenza globale.
- L’Influenza di Helvetica nella comunicazione aziendale
Helvetica ha giocato un ruolo determinante nella definizione dell’identità visiva di numerose aziende multinazionali. Grazie alla sua eleganza, neutralità e leggibilità, il carattere ha contribuito a modellare la percezione dei marchi, trasmettendo un senso di pulizia e professionalità. - Helvetica in diverse culture: oltre i confini occidentali
Oltre al suo utilizzo predominante nell’Occidente, Helvetica si è diffuso in contesti culturali diversi. In regioni come l’Asia, il Medio Oriente e l’America Latina, il carattere si è adattato alle sensibilità locali, diventando un elemento chiave nella comunicazione visiva. Le sue diverse interpretazioni in queste regioni evidenziano la sua flessibilità e capacità di attraversare confini culturali. - Evoluzione di Helvetica nei mercati emergenti
Helvetica ha adattato la sua presenza nei mercati emergenti, integrandosi con le nuove dinamiche economiche e culturali. In contesti aziendali in crescita, il carattere ha svolto un ruolo fondamentale nella costruzione di una presenza visiva di successo. La sua adattabilità e il suo design senza tempo continuano a rispondere alle esigenze di mercati in rapida evoluzione. - Sfide e opportunità globali per Helvetica
Helvetica affronta sfide e opportunità nel suo ruolo globale. La localizzazione del carattere, le dinamiche di adattamento culturale e la sfida nel mantenere una rilevanza universale sono aspetti da considerare. Tuttavia, la sua storia di successo e la capacità di reinventarsi suggeriscono che Helvetica continuerà a navigare con successo nei complessi scenari globali del design aziendale.
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